Intervista coll'Argonauta


Nome: Giasone
Genitori: Esone, re di Tessaglia, e Alcimede
Gruppo di appartenenza: divinità (ma non ditelo in giro) 
Ruolo: capo spedizione
Devoto a: Rea
Segni particolari: saggezza
Peggior nemico: lo zio Pelia

Storia: Giasone, volendo riconquistare il trono di Iolco, usurpato al padre Esone dal fratellastro Pelia, partì alla conquista del Vello d’Oro, la pelle dell’ariete dorato conservata nella Colchide presso il re Eeta. Egli era a capo di un gruppo di eroi, gli Argonauti, che formarono l'equipaggio della nave Argo. Grazie all’aiuto della maga Medea, figlia di Eeta, riuscì nell’impresa e, dopo le molte peripezie che caratterizzarono tutto il viaggio, tornò a Iolco per reclamare il trono che gli spettava di diritto. Morì dormendo a bordo della stessa Argo, ormai fatiscente, a causa della sua cattiva condotta.


Nome: Eracle
Genitori: Zeus, re degli dei, e Alcmena
Gruppo di appartenenza: guerrieri
Ruolo: capo guerriero
Segni particolari: forza sovraumana
Peggior nemico: presto Calaide e Zete

Storia: Eracle era noto per la forza e il coraggio e per le sue numerose imprese che lo resero un eroe. In quanto simbolo dell'infedeltà di Zeus, Era tentò di ucciderlo poco dopo la sua nascita, mandandogli due grossi serpenti nella culla, ma il neonato li strangolò. Anni più tardi la dea gli causò un attacco di pazzia durante il quale uccise moglie e figli. Per l'orrore e il rimorso di ciò che aveva fatto Eracle avrebbe voluto togliersi la vita, ma Euristeo, re di Micene, indotto da Era, gli propose come espiazione il compimento di dodici difficili e pericolose imprese. Dopo la morte, venne condotto dagli dei nell'Olimpo e sposò Ebe, dea della giovinezza.

 
Nome: I Dioscuri (Polluce e Castore)
Genitori: Zeus, re degli dei, e Leda
Gruppo di appartenenza: gemelli
Ruolo: capi gemelli
Segni particolari: "sono" la costellazione dei gemelli
Peggior nemico: in futuro Ida e Linceo

Storia: Castore e Polluce nacquero da un uovo partorito dalla madre Leda. Tra i due solo Polluce risultò essere figlio di Zeus, quindi immortale. Castore era un guerriero e un domatore di cavalli, mentre il fratello un grande pugile. Rapendo le promesse spose dei cugini Ida e Linceo, Castore rimase ucciso. I due erano inseparabili e Polluce, rifiutando l'immortalità, chiese a Zeus di salvare il fratello. Il dio decise di permettere ai due di rimanere insieme, vivendo in parte nell’Ade e in parte nell'Olimpo.



Nome: Anceo, il piccolo
Genitori: Licurgo, legislatore di Sparta
Gruppo di appartenenza: oracoli
Ruolo: capo oracoli
Segni particolari: cugino di Anceo il grande, figlio di Posidone
Peggior nemico: il cinghiale calidonio

Storia: Anceo, il piccolo diventò celebre grazie alla partecipazione alla caccia al cinghiale di Calidone. Quando Meleagro si dimenticò di Artemide nelle sue offerte sacrificali, la dea inviò il possente cinghiale, per punirlo. Durante la caccia Anceo decise di intervenire gridando senza alcuna paura, affermando che il modo di cacciare degli altri non fosse quello giusto, volle provare, per far vedere agli altri come si agisce, scagliando la propria lancia contro la belva. Come risultato il cinghiale lo colpì, sventrandolo, cadde a terra dove morì dopo pochi attimi.


Nome: Tifide
Genitori: Licurgo, legislatore di Sparta
Gruppo di appartenenza: navigatori
Ruolo: capo nevigatore
Devoto a: Atena
Segni particolari: timoniere della Argo

Storia: Tifide era un abilissimo pilota della Beòzia, cui Atena insegnò l'arte della navigazione. Come timoniere era di fatto lui che decideva in che direzione proseguire, come quando da Atene partirono alla volta del Bosforoe, incappati in un forte vento improvviso a loro contrario, Tifide, decise di cambiare direzione cercando di tornare alla penisola, ma approdarono davanti a re Cizico che li attaccò credendoli pirati. Il destino non gli permise di giungere nella Colchide, perché morì a causa di una misteriosa malattia. Gli furono resi solenni onori funebri e dopo avergli alzato un tumulo, scelsero chi doveva prendere il suo posto al comando del timone.


Nome: Admeto
Genitori: re Fere
Gruppo di appartenenza: nobili
Ruolo: capo nobili
Devoto a: Apollo
Segni particolari: ospitalità e senso di giustizia
Peggior nemico: le Moire

Storia: Admeto era re di Fere in Tessaglia. Quando Apollo venne condannato dagli dèi ad essere servitore di un umano per nove anni, venne scelta la casa di Admeto, e Apollo divenne il suo pastore, curandone anche i cavalli. Il dio rimase così stupito del trattamento benevolo di Admeto che gli fece il dono di far partorire gemelli a tutte le mucche. Inoltre aiutò Admeto ad ottenere la mano della principessa Alcesti, figlia di Pelia re di Iolco. Con l’aiuto del dio Admeto riuscì a persuadere le Moire a rimandare il giorno della sua morte, a patto che riuscisse a trovare qualcuno che morisse al posto suo. Fu sua moglie Alcesti a sacrificarisi, in seguito salvata da Eracle.

3 commenti:

  1. ...mi ricordo di un serpente...non proprio sulle spalle del Capo dei guerrieri....
    Ma aveva solo 5 anni !!
    NBRosa

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  2. ciao ciao come state argonauti

    Baci da SUPER PAPI

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  3. Uhahahaha sono figlia di Zeus!

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