martedì 5 luglio 2011

Giorno Terzo

Le Argonautiche
 di Apollonio Bodyo
Di buon mattino raccolte pietre in riva al mare, elevarono
una cucina ad Apollo, col nome di dio della cucina
e delle pentole, e subito stesero sopra zolle di terra.
All’ora di pranzo Apollo parlò per loro:
"Vostro destino e volontà degli dei
è che torniate qui con il Vello, ma prima,
con tonno in umido e riso, avrete infinite fatiche.”
Quando il sole oltrepassa nel cielo il meriggio,
e le rocce gettano appena la loro ombra sul campo,
e il sole declina, cedendo all'oscuro tramonto,
allora gli eroi, tutti insieme, si recarono al bivacco.
Però si alzò la bonaccia ed Argo  balzava sul mare
così che neppure i cavalli di Posidone,
rapidi come tempeste, l'avrebbero mai potuta raggiungere,
i flutti si svegliarono sotto un vento possente,
e a quel punto, sfatti dalla fatica, si ripararono nelle sale à manger.
Un impavido oracolo svuotava il mare creato nei canaletti
con un BICCHIERE, che ruppe in mezzo

e tenendone un pezzo con ambo le mani,
cadde riverso di lato,
l'altro pezzo con la risacca
se lo inghiottì il mare.

Sedeva l'eroe, guardando in silenzio:
le sue mani non erano use a starsene in ozio.