giovedì 14 luglio 2011

Giorno Dodicesimo

Le Argonautiche
 di Apollonio Bodyo
In che modo fecero ritorno,
gli eroi che si recavano, verso la Tesseglia?
Di questo adesso deve narrare il mio canto.
Già avevano oltrepassato la metà
del loro viaggio di ritorno, e navigando a vele spiegate
una terra conosciuta cominciava a mostrarsi.
Allora una tremenda tempesta di Borea
li rapì e li portò verso il mare di Libia
,
profondamente lontano dall’anticiclone,
dove non c'è più ritorno per le navi forzate ad entrare.
Quando poi Zeus manda dal cielo la pioggia fitta
sul campo e sulle tende, gli abitanti al riparo
siedono tranquillamente giocando a briscola,
aspettando che tutto passi.
La tempesta non li ha sorpresi,
perché al Contura già hanno consolidato le loro esperienze.

Dappertutto è pantano e un fondo di alghe,
fino alle ginocchia si stende la fanghiglia:
nessun fuoco si accende.
Ma le Muse abitanti delle terre impervie
si rivolsero in questo modo agli eroi abbattuti:
"Siete finiti in preda alla giornata più atroce,
e non c'è via di sfuggirle: ci aspettano in questo
giorno grandi quantità d’acqua.
Per questo vi invitiamo a raggiungerci nel nostro
atelier. Insieme costruiremo anfore
che userete con le pentole per svuotare
i vostri inondati canaletti...”
Ecco, questo è il racconto delle Muse, ed io lo canto
servendo le Muse: ho udito una storia sicura,
che voi, nobilissimi genitori dei re, ascolterete
con pazienza, sperando nel bel tempo.
Ma il divertimento  e l'entusiasmo che patirono fino al colmo,
nella loro fatica, chi mai potrà raccontarli?